La città “sfida” la
Chiesa
Appunti di “teologia urbana” a partire dal magistero
di Francesco
La comunicazione propone un approccio teologico-pastorale
alla città alla luce del magistero di papa Francesco. Il riferimento principale
è rappresentato dall’esortazione apostolica Evangelii
gaudium, cui si affiancano alcuni altri documenti del Pontefice, nonché due
importanti relazioni tenute dal card. Jorge Mario Bergoglio negli anni del suo
ministero episcopale a Buenos Aires (Noi
come cittadini, noi come popolo, 2010; Dio
nella città, 2011).
Dopo una succinta introduzione alla “teologia urbana” di
Bergoglio-Francesco, attenta a rintracciarne le fonti ispiratrici, si
sviluppano i seguenti aspetti:
-
Dio nella
città: la città contemporanea costituisce un ambito privilegiato della
presenza e della rivelazione di Dio nella storia; essa, pertanto, non è
soltanto un locus, ma un vero e
proprio locus theologicus, nel quale
lo sguardo contemplativo del cristiano è chiamato a riconoscere i vestigia Dei.
-
La Chiesa
nella città: sullo sfondo della dottrina del Concilio Vaticano II, che in Lumen gentium considera la città
un’immagine della Chiesa e in Gaudium et
spes ripropone il motivo agostiniano delle duo civitates, il Dio che abita la città chiede ai credenti di
abitare a loro volta la città, non subendo la condizione di cittadini né
vivendola a margine della loro scelta di fede, ma “scegliendo” di essere
cittadini, per contribuire da credenti a edificare l’unico popolo di Dio che si
“incarna” in tutti i popoli della terra.
-
La
parrocchia nella città: la parrocchia ha storicamente rappresentato la forma
privilegiata di localizzazione della Chiesa all’interno di una società a impronta
marcatamente rurale; essa, pertanto, può oggi conservare la sua centralità
pastorale solo a patto di de-ruralizzarsi, accettando di trasformare consuetudini,
stili, orari, linguaggi e strutture, anche grazie a un rinnovato protagonismo laicale.
- L’altro
nella città: considerando che il tessuto urbano è spesso caratterizzato da
individualismo, solitudine, disgregazione, diffidenza e paura, i progetti pastorali
devono incaricarsi di promuovere la qualità relazionale della vita cittadina,
configurando la Chiesa come “comunità di contrasto” attenta al grido del povero
e dello straniero, nonché, di fronte all’attuale dissesto ecologico, della
stessa natura.
- Chiese nella città: l’espansione della metropoli contemporanea
suscita il problema della costruzione di nuovi edifici di culto che rispondano
al sentire spirituale dei cittadini; ciò esige che le chiese si strutturino,
per un verso, come “santuari” e “oasi”, in grado di soddisfare l’inedito
bisogno di spiritualità dell’uomo d’oggi; e, per un altro verso, come “case” e
“ospedali”, in grado di esprimere
accoglienza e capacità di curare le “ferite”.
EG 71 Dio abita la città
RispondiEliminaCon uno sguardo contemplativo cercare vestigia Dei presenti nella città...
RispondiEliminaSenso religioso, familiarità al di là dei rapporti di sangue...
Da Aparecida: La fede ci insegna che Dio vive nella città al di là delle ombre che possono diffondersi...
Una Parrocchia
RispondiEliminaderuralizzata
nel linguaggio, nello stile,
nelle consuetudini
che abiti la città!
Una pastorale urbana
RispondiEliminaè meno clericalizzata...
Deruralizzare significa declericalizzare!